Una stangata decisamente hard. Torna la porno tax, prelievo fiscale aggiuntivo che colpisce l'industria dell'eros più spinto. È una delle misure introdotte dal piano anti-crisi del governo, articolo 31. Non lieve: chi produce e commercializza materiale pornografico dovrà pagare un'addizionale del 25% sui redditi che ne derivano. Nata nel 2002 per iniziativa dell'allora deputato forzista Vittorio Emanuele Falsitta, riproposta nel 2005 da Daniela Santanchè eppure finora mai applicata, la pornotassa stavolta riparte con vigore: colpirà già gli introiti del 2008, gli acconti dovuti al Fisco saranno del 120%. Riguarderà anche la trasmissione di programmi tv a luci rosse. Il decreto del Consiglio dei ministri riassume cosa si intende per porno: giornali e riviste specializzate, compresi dvd e materiale allegato e «ogni opera letteraria, teatrale e cinematografica, audiovisiva o multimediale, anche realizzata o riprodotta su supporto informatico o telematico in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti».
Corriere della Sera
La mayor parte del mercado se mueve gratis en Internet, así que es muy posible que se recaude muy poco, que los italianos con esta boludez no salgan de la crisis, y que la vida ahí sea un poquito más aburrida.
Para mí la pornografía es una forma de arte cuyo fin es mostrar la belleza de la sexualidad humana.
¿Le aplicarán el impuesto a las escenas de sexo que se ven en las ruinas de Pompeya, o a las cerámicas griegas antiguas?
¿Las Venus paleolíticas son pornográficas?
¿Quién dirá si una obra literaria o artística es obscena?
1 comentario:
No creo que "il Berlusca" consiga mucha plata con esa gansada.
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